Autostima. Passiamo la vita a cercare il nostro nome. E a dargli valore. Facciamo di tutto per riuscire a credere che siamo qualcuno, che valiamo qualcosa, almeno abbastanza da essere amati. E allora ci buttiamo in letture di Osho, corsi di crescita personale, PNL, rebirthing, yoga della risata. Costruiamo proiezioni di noi, ombre lunghe che ci facciano illudere di essere più alti di quanto siamo. E alziamo muri per difenderci da tutto ciò che vuole sbattere a terra l’immagine che ci siamo costruiti sulle nuvole.
La battaglia per l’autostima è molto dura. Anche per questo ho deciso di fondare Verba manent.
La buona notizia è che il più grande alleato in questa guerra è al nostro fianco. Anzi, è proprio dentro di noi. La parola. La parola è ciò che crea e disfa immagini, credenze, convinzioni. La parola è l’afflato creatore, il pennello che dipinge i quadri del nostro mondo.
Chi si occupa di poesia conosce la potenza della parola. E prima o poi scopre il valore anche terapeutico dell’attività poetica. Navigare fra i versi di Omero o di Dante, di Shakespeare o di Borges significa trovarsi in un mare pescoso: basta la rete dell’intelletto per pescare tesori inestimabili.
I grandi poeti sono stati illuminati che prima di noi hanno percorso le vie della conoscenza di sé. In quelle parole, sintetizzate attraverso gli alambicchi delle loro esperienze, c’è la strada per raggiungere quella dimensione di mistero in cui solo può albergare la vera autostima. E chiunque voglia può attingere a questo profondo pozzo dove giace nascosta la risposta che cerchiamo per tutta la vita.
Ma chi sceglie la poesia prima o poi finisce per scriverla. Siamo tutti poeti. Pochissimi diventeranno noti al grande pubblico, ma i versi che ci escono dalle dita sono già un enorme regalo che facciamo a noi stessi. Quelle parole che ci fluiscono fuori sono come chiodi che piantiamo nella roccia del monte che stiamo scalando.
Scrivere poesie è l’atto di conoscenza di sé più alto che una persona possa fare.
Ecco perché Rinascimento poetico si occuperà di divulgazione poetica e anche di formazione legata alla poesia. Perché tutti meritiamo un po’ di autostima in più.
Nel frattempo, dal 4 al 6 giugno ad Alassio terremo il primo incontro di Verba manent
Paolo Gambi
Paolo Gambi è un artista, poeta e performer che ha trovato nella poesia un canale di espressione contemporaneo. Ha pubblicato una trentina di libri, molti dei quali nel Gruppo Mondadori. Alcuni sono stati tradotti in cinque lingue. La sua ricerca artistica ruota intorno alla parola nel rapporto con il mistero, la psiche e la tecnologia. Mette poesia dappertutto: pioniere della bodypainting poetry, scrive poesie nella materia e le mette in scena sui palchi. È uno dei primi al mondo ad aver coniato poesie NFT. Una sua opera digitale garantita da NFT è stata selezionata e pubblicata da un progetto dell’Università di Stanford.
Ha ricevuto numerosi premi, fra cui spicca il Guidarello ed è stato testimonial del mese della cultura italiana nel Principato di Monaco. Premiato dall’associazione Perspektif Kültür in Turchia, è “ambasciatore di cultura” lungo la via della seta.
Ha fondato Rinascimento poetico, una delle principali reti di poesia in Italia, presente in vari paesi.
Hanno parlato della sua ricerca artistica RAI, Corriere della Sera, La Stampa, la Verità, Affaritaliani, Artribune, oltre a realtà di settore come Poesia del Nostro Tempo, RAI poesia, Rivista Clandestino, NFThours (in inglese), NFT poetry gallery, Vuela Palabra (in spagnolo), Voce (Argentina), Espoarte.
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