Rinascimento Poetico condanna il vile gesto successo il 15 Maggio a Trieste. Alcuni personaggi non ancora identificati, hanno versato sulla statua del Vate, un secchio di vernice gialla. Chissà come l’avrebbe considerata: giallastra o giallognola?
Purtroppo, non è il primo caso di attacco a un monumento dedicato a un personaggio storico legato al mondo della cultura. Poco tempo fa, fu colpito il monumento dedicato a Indro Montanelli, reo (secondo qualcuno) di esser stato uno schiavista-pedofilo. Mentre nel caso di D’Annunzio, si parla di precursione del fascismo, causato dalla sua “invasione” in Croazia, negli anni della prima guerra mondiale.
Queste tipologie di attivismo si possono ricondurre al nuovo movimento della Cancel Culture. Ovvero cancellare il ricordo di un esponente culturale, in quanto “colpevole “di azioni deplorevoli (spesso non accertate) che cozzano con la teoria del Politically Correct.
D’Annunzio, essere umano illuminato dall’arte e dalla poesia, ha creato opere inestimabili. Ha dato un contributo importante alla letteratura, alla poesia, alla pittura e soprattutto alla lingua italiana.
Un Folle? Sicuramente. Narcisista? Certamente. Perfezionista ed esteta, carismatico e passionale. A distanza di decenni, rileggendo le sue opere e la sua vita movimentata, non possiamo negare che ha lasciato il segno e continua a farlo. La stupidità del gesto, sicuramente non la ricorderà nessuno, anzi! È bastata mezz’ora: dell’acqua calda e una spugna, per cancellarla.
Lascio quindi, una delle sue poesie a me più care: La pioggia nel Pineto
Francesca Tomasini- Friuli Venezia Giulia